ISOLINO VIRGINIA UN VIAGGIO NELLA PREISTORIA

GOING LOCAL: a cura di Barbara Pigoli, una milanese a Varese

Corri, corri che il battello sta partendo! Eccoci a Biandronno, sul pontile in via Marconi, alla volta dell’isolino Virginia. Ci sediamo, ammiriamo il panorama, e sentiamo che stiamo per intraprendere un breve ma profondissimo viaggio nella storia. Si, un incredibile viaggio nel neolitico, in una location eccezionale, la romantica isoletta che, dal 1878, porta il nome di Virginia, moglie dell’allora proprietario Marchese Andrea Ponti, il quale fece allestire nell’isola l’omonimo museo.

La piccola isola (solo 9200 metri quadrati) ha una caratteristica forma triangolare ed è area ambientale e archeologica vincolata. Proprio qui sono stati rinvenuti i resti del più antico insediamento palafitticolo dell’Arco Alpino, e, dal 2011, è patrimonio mondiale dell’UNESCO, iscritto nella Lista “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”. Un tuffo nella preistoria.

Possiamo sostare, passeggiare, mangiare o semplicemente degustare una bevanda (c’è un delizioso punto di ristoro) in un luogo magico, in perfetta armonia con l’ambiente, la vegetazione e la fauna. Accediamo al piccolo museo preistorico, dove possiamo contemplare i resti lignei delle sponde e delle abitazioni risalenti al periodo neolitico, scoperti in seguito alle varie indagini archeologiche, anche in occasione dell’abbassamento del livello lacustre. Grazie alla ricostruzione di un’abitazione neolitica, diventiamo testimoni di come si svolgeva la vita migliaia di anni fa.

L’abitato palafitticolo, risalente all’ultima fase del Neolitico (4300 a.C.) fino alla Media Età del Bronzo (800 a.C.), non era costruito in mezzo all’acqua: i pali erano conficcati nella terra asciutta, vicino al lago. In un’indagine approfondita su 100 metri quadrati, nei decenni sono stati mappati oltre trecento pali, numerosi reperti faunistici (animali di piccola taglia e cervi), frammenti di ceramiche (contenitori per derrate alimentari, scodelle e ciotole), selci e pietra arenaria (traccia di manufatti locali).

Torniamo all’imbarcadero per rientrare sulla terraferma, promettendoci di tornare presto su quest’isola straordinaria, magari per un aperitivo all’ora del tramonto.